Reagisco all’articolo “No a una campagna bellicista, gli italiani vogliono l’unità”, di recente pubblicato su
Presente.info, permettendomi un breve commento.
Dopo la parentesi del governo Draghi siamo ripiombati in campagna elettorale; al clima caratteristico della competizione politica in Italia siamo peraltro abituati, purtroppo non solo durante le settimane in cui essa tecnicamente si svolge, ma praticamente sempre, anche nella vigenza di tanti governi succedutisi nel tempo. Rimane l’amarezza per la parentesi di cui sopra, troppo breve, in cui almeno in parte ci erano stati risparmiati i toni da perenne gara elettorale da parte dei protagonisti della scena politica: il “miracolo” dell’unità, come ben descrive l’articolo citato.
Ciò che sembra normalmente prevalere è quella che il cardinale Zuppi, presidente della CEI, definisce
“polarizzazione” (Osservatore Romano, 3 settembre): “la polarizzazione è oggi la cifra di tutta la società, essa regna sovrana su tutti i temi, grandi e piccoli. Credo che questa sia la risposta (falsa) alla complessità”.
Sembra cioè che non si riesca ad uscire da una logica di contrapposizione da barricata; l’altro lato della medaglia è la disillusione verso la politica che si esprime con livelli elevati di astensionismo e con il lamento.
Esiste una alternativa?
Certamente sì, e la fase politica che si sta chiudendo lo dimostra: è risultato palese che la nostra nazione esprime una forte esigenza di realismo, di equilibrio, di una composizione di interessi diversi, di capacità di mediazione, di un pensiero ed un’azione costruttivi, in una parola (purtroppo spesso malamente utilizzata) di “moderazione”. Ma, di più, oltre ad averne bisogno, l’esperienza insegna che ne siamo capaci, e ci sono realtà sociali che in questa direzione si muovono e costruiscono iniziative di bene per tutti.
“La risposta (alla polarizzazione) ce la dà ancora una volta Papa Francesco con la Fratelli tutti, che non è solo una profonda e innovatrice esplicitazione teologica della fratellanza evangelica, ma è anche il manifesto di un nuovo umanesimo civile” (Zuppi, Osservatore Romano 03/09/2022).
Un atteggiamento costruttivo è possibile, e nel panorama di accesa negatività in cui siamo immersi, un tale atteggiamento attrae, e tendenzialmente unisce. Nella Fratelli tutti si parla anche di gentilezza: “è ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità” (222). Una tale gentilezza non è intesa come esercizio di galateo e di buone maniere: c’è una letteratura, ad esempio in campo economico e politico, nella quale da alcuni anni si approfondisce e discute di gentilezza, intesa come atteggiamento assertivo, rispettoso, collaborativo, attento alle vulnerabilità altrui, sensibile alle relazioni oltre che ad una leale competizione.
Ritengo che questi criteri e queste esperienze possano contribuire anche a vagliare l’offerta politica “in mostra” nelle settimane di campagna elettorale, e così pure le azioni e i comportamenti che ne conseguiranno al suo termine.